domenica 24 febbraio 2008

I bambini che corrono fuori e cantano forte, urlando. Il sole di febbraio come quello di maggio, la domenica e viale Lattuada, come un ritaglio di spiazzo d'oratorio, con le pareti apriche e scrostate di verde.
E' questo il giorno che riesce difficile vivere, carico di serenità apparente e di cambiamento. Questa tiepida brezza così primiera che sembra voler anticipare, con una forza sfacciata e violenta, l'esplosione dei mesi avvenire. Quasi offensivo, il merlo che corre in picchiata dai panni stesi allo sbattere di finestre; quasi insolente, il caldo che accoglie all'aria aperta. Non è ancora. Gli uccelli fuori tempo cantano, e tutto mi pare commovente e tristissimo.

Mi historia, algunos casos que recordar no quiero

2 commenti:

Anonimo ha detto...

il merlo ha perso il becco e babbo natale non esiste. è una cosa orribile. amor, ch'a nullo amato amar perdona diceva il poeta. non ne sono più tanto sicura. lo so, è tutto commovente, tutto tristissimo, tutto struggente, questa volta (come molte altre) hai ragione. sono i momenti in cui sembriamo di nuovo delle sedicenni tragiche. ognuno sulla terra quando muore è solo, diceva il ragazzino che vedeva conigli, gigangi (SVEGLIATI!), ma tu non stai ancora morendo e ci sono io che ti scrivo commenti melodrammatici che sembro quasi la tua amante segreta.
comunque ti ricordo una cosa, una cosa che tu declami sempre con la stessa gioia che potresti provare a dire il rosario, ma che, tu non lo sai, contiene profondi significati nascosti: povera piccola gola ha una nota sola e quella ancora imperfetta, perchè cinguetta? S'ALLEGRA DI ESSERE VIVA IN QUESTA LUCE DI ROSA.
te capì?

Anonimo ha detto...

"Come ti senti?"
"Un po' cruda un po' cotta. Come il sashimi."
saggezza da pay-tv.